Il triangolo dell’esposizione è uno dei principi fondamentali e più importanti di tutta la fotografia di base.
Questo concetto rappresenta il rapporto tra tre elementi chiave che influenzano la luminosità e la resa di un’immagine: l’apertura del diaframma, la velocità dell’otturatore e la sensibilità iso.
Queste tre variabili permettono infatti di gestire al meglio l’esposizione di qualsiasi fotografia:
- l’apertura del diaframma regola la quantità di luce che entra nella fotocamera,
- la velocità dell’otturatore determina per quanto tempo la luce viene catturata
- e le uso misurano la sensibilità del sensore alla luce.
Questi tre parametri lavorano insieme per creare un equilibrio nella quantità di luce catturata dall’immagine, influenzando l’esposizione finale.
Quindi la comprensione di come questi fattori interagiscano è fondamentale per ogni fotografo, perché consente di controllare la qualità delle fotografie in diverse condizioni di luce e per scopi diversi.
Nel resto dell’articolo, esploreremo nel dettaglio ciascuna di queste variabili cercando di capire come possono essere utilizzate per ottenere i migliori risultati.
Cosa influenza il diaframma fotografico
Il diaframma è una componente meccanica che si trova all’interno dell’obiettivo e che aprendosi e chiudendosi regola la quantità di luce che colpirà il sensore.
Le diverse aperture del diaframma sono articolate su una scala nota come la scala dei diaframmi, ogni gradino di questa scala è preceduto dal suffisso f/, ad esempio f/1.8 o f/11.
Un valore basso (come f/1.8) contrariamente a quanto si possa pensare, indica una grande apertura e quindi consentirà all’obiettivo di catturare una maggiore quantità di luce.
Mentre un valore di apertura alto (come f/16) indica una piccola ed effettiva apertura, questo fattore si traduce ovviamente in una minor quantità di luce che verrà impressa sul sensore della nostra fotocamera.
Se vuoi approfondire nel dettaglio la scala dei diaframmi puoi utilizzare questo link.
Il diaframma fotografico e la profondità di campo
Bisogna comunque sempre considerare che la scelta dell’apertura diaframmatica non influenza solo l’esposizione di un’immagine ma agisce direttamente anche sulla profondità di campo.
Una grande apertura (valori bassi come f/1.4 o f/2.8) riduce notevolmente la profondità di campo, creando uno sfondo sfocato capace di mettere in risalto il soggetto in primo piano.
Questa situazione è per esempio ideale nei ritratti, nella fotografia naturalistica o in quella macro.
Al contrario una piccola apertura (valori alti come f/16 o f/22) aumenta la profondità di campo, in questo modo aumentano le possibilità che siano perfettamente nitidi sia il soggetto che lo sfondo.
Una situazione che viene per esempio spesso ricercata nella fotografia di paesaggio o in quella di architettura, dove generalmente si cerca di avere tutti i piani focali perfettamente a fuoco.
Ovviamente il diaframma non è l’unica variabile che influenza l’estensione della profondità di campo, questa variabile è infatti per esempio influenzata anche dalla lunghezza focale.
Se vuoi approfondire questo argomento e capire come controllare la profondità di campo di un’immagine, puoi leggere questa dettagliata guida.
Triangolo dell’esposizione e tempo di scatto
La velocità dell’otturatore è espressa in termini di secondi, ad esempio 1/1000 o 1″.
Una velocità dell’otturatore rapida (1/1000) cattura l’immagine in un breve lasso di tempo e quindi apporta una quantità ridotta di luce all’interno della nostra fotocamera.
Viceversa un tempo di esposizione prolungato permette ad una grande quantità di luce di imprimersi sul sensore.
Ma anche in questo caso, il tempo di esposizione non influenza solo la luminosità di un’immagine ma ha anche un grande impatto sulle possibilità creative di un fotografo e sulla nitidezza di un’immagine.
Il tempo di esposizione è infatti una variabile fondamentale per gestire le fotografie a soggetti in movimento.
Un tempo di esposizione ridotto è per esempio ideale per congelare il movimento in situazioni dinamiche come quelle sportive, pensa per esempio ad una bella corsa di macchine.
Al contrario una velocità lenta (1″), permette di catturare il movimento creando effetti di scia o sfocature artistiche, creando per esempio il classico effetto seta sull’acqua in movimento, un grande classico della fotografia di paesaggio.
Triangolo dell’esposizione e sensibilità iso
La variabile iso misura invece la sensibilità del sensore alla luce, ed è quindi equivalente alla funzione di una vecchia pellicola analogica.
Un valore di iso basso come per esempio 100, che rappresenta il valore base delle nostre fotocamere, produce immagini pulite e nitide ma per trovare la corretta esposizione finale dovrai avere una buona dose di luce ambientale.
Mentre un iso più alto (come 800 o 1600) consente di scattare in condizioni di scarsa illuminazione ma può introdurre un fastidioso problema noto come rumore digitale.
Una sorta di grana che si sviluppa soprattutto nelle zone meno luminose dell’immagine, un difetto che anche in post produzione è difficilmente risolvibile ed è quindi sempre meglio limitare in fase di scatto.
Anche in questo caso se vuoi approfondire questo argomento ti consiglio questo link.
Il rapporto di reciprocità per trovare la corretta esposizione
Un aspetto che inoltre non bisogna sottovalutare è che ciascuno dei tre componenti ha un effetto diretto sulle altre due variabili.
Questi tre parametri sono infatti uniti da loro da un rapporto di reciprocità, questo generalmente significa che quando una delle componenti aumenta la quantità di luce che entrerà nella fotocamera le altre due variabili diminuiranno la luminosità per bilanciare.
Ad esempio, se desideri catturare un soggetto in movimento, potresti optare per una velocità dell’otturatore veloce, come 1/1000 di secondo. Ma con una velocità dell’otturatore così rapida, potrebbe essere necessario aprire il diaframma (usare un valore di apertura più basso, come f/2.8) o aumentare le uso per garantire che l’immagine non risulti troppo scura.
Controlla sempre la luminosità ambientale
Un’altra considerazione importante per utilizzare al meglio il triangolo dell’esposizione, è quella di capire la situazione di luce in cui ti ritrovi a fotografare.
Generalmente in condizioni di luce intensa, per regolare l’esposizione di un’immagine si usano il diaframma e il tempo di esposizione, mentre il valore di iso viene mantenuto al livello più basso possibile per evitare la formazione del rumore digitale.
Mentre in situazioni di scarsa illuminazione, potrebbe essere necessario sfruttare una grande apertura e/o un’iso più alto per garantire che l’immagine non risulti troppo scura. Per esempio nella fotografia astronomica o nella fotografia notturna in generale, è spesso necessario alzare il valore di iso per sopperire alla scarsa luminosità ambientale, soprattutto se si intende fotografare senza il supporto di un valido treppiede.
Come trovare la corretta esposizione
Quindi dopo tutti questi discorsi dovresti aver capito che per regolare il triangolo dell’esposizione non dovrai considera solo la luminosità ma al contrario, le domande chiave da porsi sono diverse:
– Qual è l’effetto che voglio ottenere in questa fotografia? Soggetti in movimento, sfondo sfocato, nitidezza generale?
– Qual è la situazione di luce in cui mi trovo? Luminosa, al tramonto, notturna?
– Come posso bilanciare questi tre elementi per ottenere l’esposizione desiderata?
Quindi nella realizzazione di una qualsiasi fotografia, dovresti sempre considerare il contesto e il tipo di immagine che desideri catturare.
La comprensione di come regolare il triangolo dell’esposizione in base a questi scenari specifici ti darà il controllo creativo e tecnico necessario per ottenere risultati eccezionali.