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Convalescenza dopo intervento ernia inguinale, durata e consigli per il ritorno alle normali attività

Ci sono vari fattori da tenere in considerazione quando si parla di convalescenza dopo un intervento di ernia inguinale e questi riguardano principalmente la patologia stessa, il tipo di tecnica utilizzata in fase di operazione e l’età del paziente. Infatti, ciascun aspetto di questi appena citati è in grado di influenzare i tempi di ripresa.

Solitamente le indicazioni necessarie a garantire la migliore cura della ferite e alle tempistiche ideali per riprendersi dall’intervento vengono fornite direttamente dal personale medico che ha seguito il paziente e si è occupato dell’intervento in prima persona.

Tuttavia, fare propri i consigli che seguono non può far male, anzi può aiutare a ricordare meglio ciò che si può fare e ciò che invece non si può fare durante la convalescenza post intervento di ernia inguinale.

Nella maggior parte dei casi, le operazioni alle ernie all’inguine vengono svolte in day-hospital, cioè in poche ore ed applicando un’anestesia locale. Ecco che il sintomo più frequente e comune della fase post operatoria è il dolore nella zona sottoposta all’operazione quando svanisce l’effetto dell’anestesia. Per questo motivo solitamente viene consigliata l’assunzione di un antidolorifico da assumere al massimo 2 volte al giorno per 4 o 5 giorni. Questi sono infatti i tempi in cui si accusa maggiore dolore, dolore che comunque può essere talmente lieve per alcuni soggetti che hanno un’età, un tono muscolare o, ancora, una sopportazione del dolore differente, tanto da non aver bisogno nemmeno del paracetamolo, cioè del più comune antidolorifico. Il periodo dopo l’intervento varia dunque da soggetto a soggetto, alcuni pazienti più fragili per esempio potrebbero accusare anche qualche linea di febbre.

Un’altra conseguenza abbastanza comune è il gonfiore alla zona operata e la comparsa di sangue o liquido interstiziale e in questi casi occorre pulire la zona trattata secondo le indicazioni fornite in ospedale. È molto importante tenere l’igiene ai massimi livelli, ma evitare di bagnare le medicazioni. Nei primi 3 giorni dopo l’intervento è sconsigliato fare la doccia, mentre è sempre consigliato mantenere perfettamente pulita la ferita per evitare il più possibile infezioni o complicazioni di varia natura.

In ogni caso, se si avverte un principio di infezione, o se il gonfiore, il dolore o il sanguinamento non migliorano, ma anzi sembrano aggravarsi, il consiglio è quello di mettersi prontamente in contatto con il proprio medico per assicurarsi che vada tutto bene.

Circa la convalescenza vera e propria, come sappiamo, essa serve per favorire la corretta cicatrizzazione della ferita, quindi è consigliato rimanere a riposo per almeno una settimana. Dopo una decina di giorni dall’intervento si può cominciare a fare qualche attività leggera, come stare in piedi per cucinare per esempio, ma anche per fare passeggiate all’aria aperta, senza però sostenere eccessivamente il passo, quindi senza affaticarsi. Se poi la posizione seduta non provoca dolore, dopo 10 o 15 giorni dall’operazione, si può riprendere a guidare ed eventualmente a lavorare, purché si tratti di un impiego che preveda, appunto, la posizione seduta.

La ripresa deve essere graduale e personale, cioè ognuno deve valutare che cosa fare in base alla propria forma fisica, in base a come si sente. Gli sforzi e le attività pesanti vanno rimandate e riprese solo quando si sente di stare veramente meglio, vale a dire dopo almeno 4 settimane, se non addirittura 6 settimane. Infatti il consiglio è quello di astenersi dalle attività fisiche o sportive più intense per un tempo superiore al mese.