Esiste una correlazione tra ansia e celiachia? Non sono pochi gli studi scientifici che nel corso degli anni hanno tentato di dare una risposta ferma a questa domanda, così come tante sono le ipotesi formulate da esperti nel campo della psicologia.
I motivi che spingono specialisti e non a porsi questa domanda derivano dal fatto che, spesso, l’ansia si presenta come un sintomo molto comune nelle persone con malattia celiaca o, semplicemente, nei pazienti che manifestano una sensibilità al glutine non derivante da patologia. Molti pazienti di nuova diagnosi, o persone che da tempo ne soffrono, riferiscono infatti ai medici di sperimentare sensazioni di ansia e depressione, portando gli specialisti a indagare e sviluppare la convinzione che esista una correlazione tra i due disturbi.
Da alcuni studi effettivamente, emerge che la celiachia è persino in grado di ripercuotersi sul cervello, così come evidenziato sul sito della fondazione Veronesi.
Dai dati ricavati esaminando le risonanze magnetiche di molti pazienti celiaci risulterebbe che i soggetti con questo disturbo si caratterizzerebbero per la presenza di un deficit di reazione decisamente inferiore rispetto ai soggetti non celiaci, ovvero (come si legge sul sito ivi indicato), da una ridotta capacità di reazione agli stimoli esterni, con la tendenza a manifestare stati d’ansia frequenti e persino depressione.
Ma come si potrebbe prevenire l’insorgenza di ansia e depressione provocata da celiachia?
Certamente la soluzione principale risiede nelle scelte alimentari: la diagnosi di celiachia non deve sfociare in una restrizione delle proprie abitudini alimentari, è necessario portare in tavola i cibi più salutari e genuini in grado di soddisfare il palato. Oggi, rispetto al passato, è più facile reperire online alimenti senza glutine, esistono diversi e-commerce con prodotti di qualità come per esempio la Favola Senza Glutine shop online di prodotti per celiaci che tratta diversi marchi noti del settore.
La correlazione ansia e depressione emersa da studi e ricerche scientifiche
Come ci dicono i diversi studi pubblicati sul sito scientifico di medici Italia, tra le funzioni celebrali e il malassorbimento del glutine nell’organismo umano vi sarebbe una correlazione: le persone che soffrono di celiachia hanno un rischio maggiore di sviluppare stati di malessere emotivo, per ben 1,8 volte maggiore rispetto ai soggetti non celiaci: panico, disagio e senso di inadeguatezza sono i principali sintomi.
È probabile dunque che le carenze nutrizionali, derivanti dall’intolleranza al glutine, possano contribuire allo sviluppo di stati ansiolitici, a causa del danno intestinale causato dall’incapacità dell’organismo di assorbire i nutrienti necessario allo stesso.
Ma che cosa genera questa tendenza a sviluppare ansia? E quale sarebbe la correlazione tra i due disturbi? I ricercatori non ne sono certi, ma la tendenza dei celiaci a soffrire di ansia e depressione deriverebbe dalla combinazione di numerosi fattori: tra cui la necessità stessa di seguire una dieta rigorosa, che di per sé genera ansia nei soggetti predisposti emotivamente a questo disturbo. È probabile che i soggetti celiaci, a causa delle restrizioni alimentari a cui sono tenuti, tendano a sviluppare disagio e chiusura immediatamente dopo la diagnosi, con conseguenti e importanti ripercussioni anche sulla vita lavorativa e sociale (l’attenzione per la dieta e la necessità di tutelarsi dal rischio di contaminazione del glutine possono indurre il soggetto ad isolarsi, a cibarsi con il minimo indispensabile e a sviluppare ipocondria).
Gli studi condotti non escludono che la reazione ansiosa derivi da un effetto indiretto del glutine sul cervello: forse la mancanza di questo nell’organismo incide negativamente sulla concentrazione e stabilità emotiva dei soggetti: un effetto negativo, insomma, sul benessere emotivo dell’individuo celiaco. Ma non è tutto: da quanto emerso da uno studio inglese, le persone intolleranti al glutine avrebbero un rischio decisamente più alto di sviluppare disfunzioni della materia bianca del cervello, con possibili conseguenze negative sulla salute mentale.
Se questo studio fosse avvalorato da ulteriori ricerche future in materia, si avrebbe la conferma che la celiachia non rappresenta soltanto un disturbo alimentare capace di colpire l’intestino, ma una patologia sistemica: una malattia che avrebbe le proprie basi nell’incapacità dell’organismo di assimilare il glutine potrebbe provocare il danneggiamento della sostanza bianca del cervello, ovvero i fasci di fibre nervose che fungono da collegamento tra cervello e periferica.
L’ansia nelle persone con celiachia alla prima diagnosi: cause e conseguenze
Diversi studi argomentati sul sito reoveme.com, ci mostrano come i livelli di ansia, nei soggetti intolleranti al glutine, siano particolarmente elevati nel periodo iniziale della scoperta della malattia stessa, ovvero quando la celiachia viene diagnosticata per la prima volta.
Sembrerebbe che la conoscenza del proprio stato di intolleranza, ovvero l’apprensione per il proprio stato di salute e la necessità di dover cambiare le abitudini alimentari e di vita, potrebbero seriamente contribuire alla nascita di stati ansiosi anche nei soggetti non predisposti a queste manifestazioni emotive, ovvero nei confronti di individui emotivamente sani che, dopo aver conosciuto la propria condizione, andrebbero incontro a stati depressivi e ansietà, in misura variabile da soggetto a soggetto.
Dagli studi emerge che in un terzo degli individui intolleranti al glutine avvertono persino sintomi neurologici, una percentuale importante di ansia che può sfociare in tristezza e apatia: la correlazione tra depressione e celiachia come si nota è a ritmi elevati, non rara come comunemente si pensa. Gli studi al riguardo sono ancora pochi, la ricerca è solo agli inizi ma i dati oggi esistenti parlano chiaro al riguardo: le manifestazioni della malattia celiaca non comportano solo disturbi fisici all’individuo, ma anche emotivi, a partire dal momento della diagnosi. Si tratta di una notizia che spesso spiazza i pazienti e li mette di fronte a un cambiamento importante del tenore di vita.
Ma perché l’ansia cresce agli esordi della scoperta della celiachia?
Dagli studi sembrerebbe emergere che i celiaci, subito dopo la diagnosi, inizino a riflettere sui necessari cambiamenti di vita da apportare, a ciò si aggiunge la preoccupazione del proprio stato di salute in caso di difficoltà economiche: un insieme di fattori di disagio insomma, che sebbene tendano a regredire dopo un anno dalla scoperta della celiachia non scompaiono mai (una buona percentuale, stanti i dati forniti dagli specialisti nel settore psico-medico, continuerebbe a mostrare ansia anche dopo aver acquisito consapevolezza delle proprie capacità di gestire la malattia).
Questi risultati parlano chiaro: l’ansia nei soggetti con malattia celiaca è presente soprattutto come forma reattiva e non come tratto della personalità, nel senso che è provocata da timori e paure inconsapevoli legate a una condizione indubbiamente inabilitante, che nella stragrande maggioranza dei casi provoca anche dolore addominale, diarrea e perdita di peso importante. Tutti i pazienti intolleranti al glutine, dopo la diagnosi, sono infatti costretti a confrontarsi con un cambiamento repentino del proprio stile di vita: non si tratta solo di dover rinunciare ai cibi normalmente presenti nella propria dieta, ma soprattutto di dover far fronte ai malesseri correlati alla presenza di una malattia cronica, che spesso obbliga ad assentarsi dal lavoro e isolarsi dalle relazioni sociali.
Gli studiosi hanno ipotizzato che il livello d’ansia potrebbe aumentare anche a causa dei possibili problemi finanziari correlati ad disturbo: non c’è dubbio che seguire una dieta senza glutine, soprattutto se si vive con altre persone non affette da celiachia, potrebbe essere fonte di importante stress emotivo, anche a causa dei possibili problemi interpersonali (relazionarsi con persone intolleranti al glutine potrebbe essere fonte di disagio per chi, ad esempio, non può cenare fuori casa e, di conseguenza, adeguarsi allo stile di vita normale delle persone prive di intolleranza al glutine).
Come risolvere i disturbi d’ansia correlati alla sensibilità al glutine
Da quanto detto emerge che, pur in assenza di dati univoci e fermi, i numerosi studi nel settore evidenziano una correlazione importante tra ansia, depressione e celiachia.
Ma come si può far fonte a questo problema senza un aiuto terapeutico?
Certamente le buone abitudini possono fare la differenza, esistono tanti consigli per tenere a bada l’ansia, come esistono anche molte tecniche di rilassamento e di meditazione che permettono di conoscere a fondo sé stessi, un lavoro personale insomma, che se svolto con serietà può contribuire a risolvere definitivamente gli stati d’ansia e prevenire la depressione.
In tutti i casi può essere utile chiedere consiglio a un esperto: non c’è motivo di esitare, un percorso di sostegno psicologico e psicoterapia possono aiutare ad affrontare al meglio una diagnosi di celiachia e a prevenire i disturbi d’ansia correlati e conseguenti al cambiamento delle proprie abitudini alimentari e di vita.